Cutted // come la forbice, che taglia la pellicola eliminando le scene escluse dal montaggio. // Il progetto nasce per essere stampato, in qualsiasi formato possibile, purché con consistenza fisica. Nasce prendendo spunto da un "esercizio fotografico" che è stato per qualche tempo un "trend" nei social network: il 365. // L'esercizio prevede la realizzazione di uno scatto, ogni giorno, per 365 giorni e la sua pubblicazione su un social network. // Cutted, non niente di tutto questo. Non è un esercizio quotidiano. Ma è invece un racconto del quotidiano. // Realizzato con lo strumento Re per antonomasia dei Social Network (lo smartphone), ma con lo scopo di dare vita a immagini destinate alla stampa / su un supporto fisico. Cutted è il mio vuoto, il frangente d'attesa, il giorno dopo. Un racconto di un quotidiano non adulterato, senza filtri, fatto di momenti pressoché insignificanti, di solitudini e tempi morti. // Tutti i giorni, attraverso i social network, va in scena il racconto tagliato, censurato e manipolato che facciamo delle nostre vite. Con stile reportagistico a enfatizzarne la presunta autenticità. Litri di adrenalina, dopamina e gratificazioni liquide, nessuna aderenza a una realtà molto più complessa. // Senza l'intenzione di condannare il nostro bisogno di essere accettati. Ma con l'urgenza di sottolineare che l'esistenza di tutte e tutti noi è fatta anche di zone d'ombra, che vanno considerate e costituiscono, in realtà, il tempo più ampio della nostra esistenza. // Cutted è lo spazio di pellicola che toglie ritmo al film, non ne rispetta i tempi.
Non è fotogenico e ci vogliono anni. Tutte le telecamere sono già partite per un'altra guerra. Bisogna ricostruire i ponti e anche le stazioni. Le maniche saranno a brandelli a forza di rimboccarle. // Estratto da "La fine e l'inizio" di Wisława Szymborska.
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Cutted // come la forbice, che taglia la pellicola eliminando le scene escluse dal montaggio.
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Il progetto nasce per essere stampato, in qualsiasi formato possibile, purché con consistenza fisica.
Nasce prendendo spunto da un “esercizio fotografico” che è stato per qualche tempo un “trend” nei social network: il 365.
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L’esercizio prevede la realizzazione di uno scatto, ogni giorno, per 365 giorni e la sua pubblicazione su un social network.
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Cutted, non niente di tutto questo. Non è un esercizio quotidiano.
Ma è invece un racconto del quotidiano.
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Realizzato con lo strumento Re per antonomasia dei Social Network (lo smartphone), ma con lo scopo di dare vita a immagini destinate alla stampa / su un supporto fisico.
Cutted è il mio vuoto, il frangente d’attesa, il giorno dopo.
Un racconto di un quotidiano non adulterato, senza filtri, fatto di momenti pressoché insignificanti, di solitudini e tempi morti.
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Tutti i giorni, attraverso i social network, va in scena il racconto tagliato, censurato e manipolato che facciamo delle nostre vite.
Con stile reportagistico a enfatizzarne la presunta autenticità.
Litri di adrenalina, dopamina e gratificazioni liquide, nessuna aderenza a una realtà molto più complessa.
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Senza l’intenzione di condannare il nostro bisogno di essere accettati.
Ma con l’urgenza di sottolineare che l’esistenza di tutte e tutti noi è fatta anche di zone d’ombra, che vanno considerate e costituiscono, in realtà, il tempo più ampio della nostra esistenza.
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Cutted è lo spazio di pellicola che toglie ritmo al film, non ne rispetta i tempi.